1.
Forse
è una fissa degli americani, o forse è una cosa particolarmente divertente.
Dopo che per l’ennesima volta i piccoli uomini che vivono dentro la TV hanno
avuto lo sfacciato coraggio di ritrasmettere per la 562957200ma
volta Mrs Doubtfire, mi sono reso
conto di quante commedie americane hanno come fulcro centrale della storia un
uomo che si traveste da donna (e viceversa, per esempio Funny Money o Victor Victoria). Basta guardare la lista delle 100 migliori commedie americane per averne la
conferma: al primo posto c’è A qualcuno
piace caldo, dove, come si sa, due musicisti si devono travestire da donne
attempate per sfuggire ad un gruppo di mafiosi che vuole ucciderli. E al
secondo posto c’è Tootsie, con un
Dustin Hoffman in versione femminile. La lista potrebbe continuare, ma ci siamo
capiti. Perché fa così ridere questa scenetta? È vero, i film americani (come
anche le vecchie commedie di Plauto, che sono né più né meno identiche alle
commedie cinematografiche/teatrali odierne o un po’ più addietro alle commedie
di Shakespeare (in cui infatti i travestimenti uomo/donna ricorrono spesso))
vivono di macchiette, situazioni stereotipe e personaggi fissi. Il gioco della
sessualità, il cambio d’abito, la distruzione o rimessa in discussione della
dicotomia uomo-donna è uno dei temi centrali di ogni commedia di sempre. I
commediografi (spesso più saggi dei filosofi o degli intellettuali tout court) l’hanno sempre capito e
hanno sempre cercato di utilizzare il gender
performativity per suscitare l’ilarità e la sovversione delle regole. A
lungo andare, forse, smetterà di far ridere, perché avremo tutti imparato a
giocare con la sessualità e i suoi mummifichi cliché.
2.
Il
capodanno è l’unica festa atea, areligiosa, scientifica (si basa tutto su un
millesimo di secondo frutto di una convenzione frutto di un calcolo matematico
frutto di misurazioni), non consumistica e totalmente diffusa in qualsiasi
parte del mondo e condivisa da qualsiasi essere umano che conosca il calendario
e che abiti il pianeta terra. Ma non per questo è una festa divertente. Anzi,
forse proprio per questa lunga lista di premesse è la festa più inutile e
noiosa che l’umanità intera sia riuscita a concepire.
3.
Sono
giunto alla conclusione che l’unico modo pratico ed efficace per risolvere un
problema è mettere a posto. Qualsiasi cosa, va benissimo anche la prima che
capita a tiro: la cucina, la camera da letto, le sopracciglia, un cassetto,
l’armadio, il gatto, il portafoglio. E la soluzione verrà magicamente da sé.
4.
Mentre
guardavo gli omini della tv muoversi dentro lo schermo e fare battute e
gesticolare e ridere eccetera ho pensato a come sia ovvio e scontato che il
nostro modo di vedere le cose non parte più dall’esperienza per arrivare ad un
suo concetto, ma esattamente e platonicamente il contrario. Come la tv è una
concettualizzazione della realtà (ogni scelta o avvenimento della vita viene
descritto e riportato in qualsiasi film/telefilm/varietà attraverso gli stessi
espedienti sclerotizzati, come le formule omeriche o gli schemi delle fiabe),
così il nostro linguaggio che concettualizza le cose è solo generalissimo in
ogni sua forma (parole, articoli, frasi,
periodi). La parola “cane” non è meno generale della parola “animale”, non
esiste individualità nel linguaggio, neanche in “Marco” o in “mio”. Questo
scambio realtà-idea-idea-realtà, che Kant avrebbe chiamato scandalo (lo scandalo del teorizzare la mente senza corpo, l’anima
senza materia) e che Marx avrebbe chiamato alienazione
e che Gesù avrebbe chiamato Padre nostro
che sei nei cieli, permea le nostre menti come una patina a priori che
seleziona e sistematizza la realtà come un enorme massa puzzolente di
Pregiudizi.
5.
Perché
i preti possono tagliarsi i baffi e curare la loro barba e le suore no? Dove
sono tutti quelli che teorizzavano la fine del mondo o diffondevano la teoria
che la Regina Elisabetta era un rettile?
Non esiste più il reato di falso ideologico santiddio?
6.
L’ultima
riflessione è questo simpatico e dàmoltodapensare schemetto della settimana:
GLEBA —>
PLEBE —> POPOLO —> MASSA —> GENTE
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