mercoledì 18 luglio 2012

Due uova di colori diversi


Si pulì il sedere con la carta igienica profumata, di quelle color rosa. Tirò lo sciacquone, si lavò le mani. Si guardò i capelli gialli, controllò gli eventuali brufoli e punti neri. Dillà c’era il ronzio delle chiacchiere della tv, quelle voci molto simili a borbottii. Dillà c’era anche Francesca che l’aspettava; probabilmente si era seduta sul divano e si stava mangiando le unghie o stava inviando un messaggio col cellulare. Mentre si passava il sapone tra le mani, formando delle bolle simili a bava, stilò un elenco neuronale del cibo rimasto in frigo. C’erano: due uova-di-chissà-quando, latte, tre cetrioli, del formaggio, un wurstel con qualche pelo di muffa, dei dadi per il brodo e il manoscritto del seicento.