mercoledì 5 dicembre 2012

La fine del mondo e il Ragazzino Al Dopobarba

Mentre cammino lungo il viale che porta all’università, tra piccole gocce di pioggia che si appiccicano sul mio cappotto, mi chiedo per quale motivo le poesie contengano quasi sempre riferimenti alla natura. Alla luna, alla terra, al mattino, alle albe, ai tramonti. Non parlano mai di detersivi, capelli, forbicine, schermi digitali, lampadine, penne, centri commerciali, cacca, asfalto, tarocchi, biblioteche, coca cole, gel igienizzanti o telefonini. La pioggia fa un rumore chiassoso quando si abbatte tra le cose, sembra una lavatrice ante litteram che lava tutto senza centrifugare. Dalle cuffiette del mio Ipod esce un pezzo di John Coltrane. Mi sembra di stare a Parigi, in uno di quei film in cui ci sono molte sigarette, solo bianco e nero e dialoghi brillanti. Dei bambini vanno a scuola, io faccio elenchi mentali. Di quello che ho fatto, di quello che non ho fatto, di quello che mi annoia, di future liste possibili.

martedì 18 settembre 2012

Cosa ho visto: Il Divo di Sorrentino

 


Quello che colpisce guardando il Divo di Sorrentino è soprattutto l’intricata trama di complotti, affari, strette di mano sotterranee e torbide. Così fitte e intricate che a volte si perde il filo. Sorrentino ha voluto certamente creare appositamente questo effetto di disorientamento. Era l’unico modo per mettere in evidenza un modo folle di esercitare il potere, di un machiavellismo radicale e, di fatto, mafioso.

mercoledì 5 settembre 2012

Il Bangladesh a San Lorenzo


-Dai dillo che ti piace anche a te Marco, eh? Dillo che un po’ ti arrapa…

Amanda scoppiò in una fragorosa risata e bevve un altro sorso di vino rosso. Il ragazzo di fronte a lei la guardava seriamente.

-Mi dai fastidio quando fai così, lo sai.

-Uh, al signorino pare che dia fastidio… ehi ascoltate tutti: al signorino qui di fronte pare che dia fastidio!

-Forse è meglio che torniamo a casa, eh. Stai solo dando spettacolo.

Il ragazzo le prese la mano e tentò di portarla via ma lei rimase immobile.

mercoledì 18 luglio 2012

Due uova di colori diversi


Si pulì il sedere con la carta igienica profumata, di quelle color rosa. Tirò lo sciacquone, si lavò le mani. Si guardò i capelli gialli, controllò gli eventuali brufoli e punti neri. Dillà c’era il ronzio delle chiacchiere della tv, quelle voci molto simili a borbottii. Dillà c’era anche Francesca che l’aspettava; probabilmente si era seduta sul divano e si stava mangiando le unghie o stava inviando un messaggio col cellulare. Mentre si passava il sapone tra le mani, formando delle bolle simili a bava, stilò un elenco neuronale del cibo rimasto in frigo. C’erano: due uova-di-chissà-quando, latte, tre cetrioli, del formaggio, un wurstel con qualche pelo di muffa, dei dadi per il brodo e il manoscritto del seicento.

mercoledì 20 giugno 2012

La polvere sonnolosa


Fa un caldo che neanche su Marte. Anche se stai fermo sudi e di notte sembra che ti drogano con la polvere sonnolosa, semmai esiste. È il periodo degli esami, quel periodo in cui non puoi fare altro che studiare, e se fai altro perché non ti va di studiare, pensi comunque che dovresti studiare. La tua natura umana cambia: non sei più un Essere-per-la-morte, come diceva Heidegger, ma uno schifoso Esserino-per-lo-studio. In tv parlano di riforme-nonsense e di crisi, trasmettono un cartone demenziale e un film di Totò. Penso a chi va al liceo e che oggi fa gli esami di maturità, a chi lavora e aspetta le ferie, ai gatti che d’estate dormono in media due ore in più, e ai moscardini nei boschi che già preparano le scorte di cibo per il prossimo letargo.

mercoledì 13 giugno 2012

La rivoluzione, le Bigbabol e altri declini quotidiani


“Sa, credo che la gente una volta guardava il fuoco come oggi guarda la televisione. E ho l’impressione che uno ha sempre bisogno, soprattutto dopo cena, di guardare delle immagini in movimento.”

François Trauffaut nel film Effetto notte.

Davvero, deve rimanere così, tale e quale, da scorrere velocemente con il telecomando, strisciando di canale in canale sdraiati sul divano, passivamente pilotati in un turbine di immagini trash e pubblicità di spazzolini e assorbenti inodore;

sabato 2 giugno 2012

La novantenne signorina del call center

“Una vita a svegliarsi alle sette e un quarto e a sentire il susseguirsi delle stagioni attraverso il freddo che si insinua tra gli spifferi della finestra”
“…almeno fin quando non avreste deciso di mettere gli infissi.”
Ci sono due minuscole tazzine di caffè e delle briciole sul tavolo, ossia tracce di biscotti secchi mangiati poco prima. Ci sono due tv accese, una in salone e una in un dillà della casa, dovunque esso sia. C’è la luce che entra dalla finestra a vetri, che dà  su un balcone, che dà su un vuoto, che dà sulla strada. Ci sono lei coi capelli tenuti fermi da una matita, e lui con le mani prese da un tremore cronico che fa tintinnare il cucchiaino sulla tazzina semivuota di caffè quando tenta di berne un sorso. C’è un gatto che fa le fusa tra le loro gambe.

giovedì 31 maggio 2012

I pensieri delle 22:30

In questi giorni così concitati e schizofrenici, in questi giorni di terra che trema e di “con questa crisi che ce sta…”, nessuno ha voglia di essere sobrio né di lamentarsi stancamente. Siamo nella fase in cui il protagonista di un  romanzo, dopo aver vissuto le peggiori disgrazie e aver sopportato terribili patimenti, decide improvvisamente di riscattarsi e di prendere decisamente in mano la situazione. Sono i momenti in cui ti va di parlare di tutt’altro.

martedì 22 maggio 2012

Cosa sto leggendo... I fratelli Karamazov di Dostoevskij


Ho finito di leggere il primo tomo de I fratelli Karamazov. Una bella impresa, ma ce l’ho fatta. Però non sopporto leggere i libri divisi in tomi: ti danno l’impressione di aver finito di leggere il libro quando hai terminato già il primo tomo e, quando invece prendi in mano il secondo, ti è già un po’ passata la voglia. Però so che questa volta non succederà così. È un romanzo bellissimo. Una cosa emerge subito: Dostoevskij ha così urgenza di sondare il cuore dell’uomo che mette completamente tra parentesi l’estetica. Non gliene frega niente che il libro sia scritto bene (e, tra l’altro, è anche scritto bene), o di infilarci qua e là similitudini brillanti o frasi ad effetto. A lui importa di comunicare immediatamente qualcosa, è ansioso di comunicare (probabilmente al resto dell’umanità) un messaggio essenziale. Uomini: siete liberi e la libertà è un macigno pesantissimo.

venerdì 3 febbraio 2012

...Sembra panna, sembra neve

Oggi nevica qui a Roma. Dei bambini si sono infilati una tuta da sci e ora si lanciano palle di neve nel cortile del nostro condominio. Le piante del nostro giardino sono coperte da uno strato bianco, lungo la strada le persone si fanno le foto e si riprendono con il cellulare. Non vedono l’ora di  condividere tutto su Facebook e avere un’ennesima occasione di ricevere notifiche, mi piace e condivisioni. Il mio gatto guarda incuriosito i fiocchi di neve che vede per la prima volta nella sua vita felina. La mia vicina di casa esce a fare la spesa vestita da regina delle nevi.

domenica 1 gennaio 2012

Una lista dei propositi











È arrivato il nuovo anno e molti fanno la lista dei loro nuovi propositi. Allora io ho deciso di fare una breve lista delle cose che non farò mai più. Non assaggerò più cibi bollenti ustionandomi la lingua, non toglierò più la cacca del mio gatto dalla lettiera (lo farà qualcun altro…), non mi laverò più le mani in cucina, non prenderò più la metro alle sei di sera, schiacciato tra un’ascella sudata e dei capelli unti e forforosi, non mi lamenterò più ogni volta che faccio male qualcosa, non mangerò più cibo a dismisura, non finirò più intere barrette di cioccolato (però metà sì…), non urlerò più a mia sorella, non guarderò mai più Sister Act, Mamma ho perso l’aereo e Mrs Doubtfire quando li trasmetteranno per l’ennesima volta in tv, e smetterò di dire che devo fare assolutamente qualcosa per poi non farlo mai. Non metterò più la cipolla nel sugo e non premerò più il clacson per un minuto intero quando qualcuno farà un’infrazione. Non dormirò più fino alle undici, berrò solo tè e mi taglierò le unghie con le forbicine. Non farò propositi e non sognerò ad occhi aperti.