In questi giorni così concitati e
schizofrenici, in questi giorni di terra che trema e di “con questa crisi che
ce sta…”, nessuno ha voglia di essere sobrio né di lamentarsi stancamente.
Siamo nella fase in cui il protagonista di un
romanzo, dopo aver vissuto le peggiori disgrazie e aver sopportato
terribili patimenti, decide improvvisamente di riscattarsi e di prendere
decisamente in mano la situazione. Sono i momenti in cui ti va di parlare di
tutt’altro.
giovedì 31 maggio 2012
martedì 22 maggio 2012
Cosa sto leggendo... I fratelli Karamazov di Dostoevskij
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Ho finito di
leggere il primo tomo de I fratelli
Karamazov. Una bella impresa, ma ce l’ho fatta. Però non sopporto leggere i
libri divisi in tomi: ti danno l’impressione di aver finito di leggere il libro
quando hai terminato già il primo tomo e, quando invece prendi in mano il
secondo, ti è già un po’ passata la voglia. Però so che questa volta non
succederà così. È un romanzo bellissimo. Una cosa emerge subito: Dostoevskij ha
così urgenza di sondare il cuore dell’uomo che mette completamente tra parentesi
l’estetica. Non gliene frega niente che il libro sia scritto bene (e, tra l’altro,
è anche scritto bene), o di infilarci qua e là similitudini brillanti o frasi
ad effetto. A lui importa di comunicare immediatamente qualcosa, è ansioso di
comunicare (probabilmente al resto dell’umanità) un messaggio essenziale.
Uomini: siete liberi e la libertà è un macigno pesantissimo.
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